
Un anno di pandemia ha modificato il nostro stile di vita ma a modificarsi sono state soprattutto le nostre esigenze, i nostri bisogni e le priorità. Di ciò si è discusso nella conferenza streaming avvenuta dalla Sala Tevere della Regione Lazio, alla cui visione sono state invitate anche le associazioni di volontariato e di promozione sociale, voluta da Alessandra Troncarelli, Assessore alla politiche sociali , beni comuni e ASP Regione.
Alla vigilia della programmazione 2021/27,attraverso la quale l’UE metterà a disposizione 330 miliardi di euro per il finanziamento di progetti regionali e locali per la riduzione delle disparità economiche, stimolare le ripresa dalla pandemia e sostenere le transizioni green e digitale, la grande domanda è se sia possibile ancora continuare a programmare e progettare sulla base dello stesso sistema che ci ha portati fin qui o se c’è bisogno di scelte coraggiose, di una coesione con tutti gli attori scesi in campo a livello sociale, per immaginare, ripensare un nuovo modello che come punto centrale abbia la persona e le sue nuove esigenze. In breve il vecchio sistema ha fallito ed ora abbiamo bisogno di ricostruire dalle macerie. Ed è proprio qui che il Terzo Settore è chiamato per la prima volta a fare la sua parte essendo finalmente riconosciuto come valido partner, insieme ai sindacati, alle cooperative, all’ ANCI e ai rappresentati delle Pubbliche Amministrazioni.
A sancire al sua validità sono arrivati legittimi strumenti: il nuovo Codice del Terzo Settore, con l’inserimento dell’art. 55, che legifera su come le Pubbliche Amministrazioni debbano individuare Enti del Terzo Settore con cui attivare il partenariato mediante forme di accreditamento nel rispetto della trasparenza ed imparzialità, partecipazione e parità di trattamento. La Pubblica Amministrazione deve specificare gli obiettivi generali e specifici degli interventi da realizzare, la durata e la caratteristica, particolarità che sono essenziali per poter operare la scelta dell’Ente partner adatto alla co –programmazione ( l’individuazione dei bisogni da soddisfare, degli interventi e della modalità di realizzazione e delle risorse disponibili ) e la co – progettazione ( la definizione ed eventuale realizzazione dei progetti basati su quei bisogni ) . Il protocollo per l’applicazione dell’art. 48 del Decreto Cura Italia, sottoscritto da Regione Lazio, ANCI Lazio, Forum del Terzo Settore Lazio, Legacoopsociale Lazio, Confcooperative Federsolidarietà Lazio, AGCI Lazio, CNC, CGIL CISL e UIL per riattivare i servizi sociali ed educativi ad oggi sospesi. Sempre dal Codice del Terzo Settore, l’art. 72 stabilisce che il Fondo istituito dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, previsto dall’art 9, comma 1, lettera g) della legge 6 giugno 2016 n.106, possa essere destinato a sostenere attraverso le reti associative lo svolgimento delle attività e progetti promossi da organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale fondazioni del Terzo Settore iscritti nel Registro Unico Nazionale del Terzo Settore.
Strumenti per ideare e strumenti per concretizzare. Infine, il neo costituito Consiglio Regionale del Terzo Settore e le linee guida danno finalmente corpo e struttura all’importanza del Terzo Settore. In cosa il Terzo Settore sarebbe di essenziale aiuto? Dalla conferenza si apprende che un obiettivo della Regione Lazio, che punta a diventare un modello da ripetersi in altre regioni, è quello di trasformare i luoghi in “luoghi di cura della persona”, un benessere inteso come Ben-Vivere, in cui i Poli Civici diventino “Case del Welfare”, per la lotta alle diseguaglianze, per la transazione ecologica verso il green, per l ‘agricoltura sociale, in una fusione tra chi cura e chi viene curato. Un nuovo modello, probabilmente molto più umano. Ma come può effettivamente il Terzo Settore essere utile al ripensamento di una modalità di vita differente? Ce lo spiegano alcuni dati riportati in fase di conferenza e dei pratici esempi, partendo da un dato certo: chi ha risentito più di tutti della pandemia sono state le donne, i bambini/ragazzi, gli anziani, i disabili e chiunque verteva in una situazione di povertà che ora è allo stremo. Bambini: una associazione può essere sicuramente d’aiuto nella realizzazione dell’idea regionale di una scuola che sia capace di rimanere operativa anche in zona arancione e rossa, ad esempio con programmi di outdoor education. Anziani: l’aumento di uso di psicofarmaci da parte di anziani e giovani del 62% fa riflettere su quanto sia profondo il malessere psicologico ed emotivo che crea l’aver perso l’aggregazione, lo scambio sociale; gli anziani nelle RSA sono il 3% degli anziani totali ma di quel 3% delle RSA ne è morto di covid il 40% cosa che racconta come nelle strutture di assistenza si muoia 15 volte in più che nelle proprie case in cui si è assistiti da familiari e dal proprio medico di famiglia.
E allora il Terzo Settore può agire con le “Case per gli anziani” che sostituiscano le RSA e riconvertano gli operatori del settore con un occhio di riguardo alla loro sicurezza; puntare sull’invecchiamento attivo, motivo per cui i Centri Anziani, ora chiusi, dal 14 Luglio del 2020, devono costituirsi associazioni di promozione sociale o la loro gestione, pur rimanendo un servizio pubblico del Comune, essere affidata ad una aps che abbia fra le proprie finalità la presa in cura dell’anziano, in questo modo, con le attività che possono svolgere sotto la formula aps, si riportano gli anziani ad essere utili al benessere proprio ed a quello sociale della comunità. Giovani: il Rapporto Ocse-Pisa racconta come il percorso di studi STEM venga poco considerato in generale ma soprattutto dalle giovani donne, poche di loro si indirizzano ad ingegneria o verso materie scientifiche e tecnologiche, quando ormai sono le figure professionali più richieste, questo è ancora un grande gap culturale della mentalità italiana.
Ed anche qui il Terzo Settore può operare con formazioni che incoraggino questo corso di studi e ne spieghino l’importanza attuale e futura. Donne: il 98% di chi ha perso il lavoro in pandemia sono donne, rimaste in casa per seguire figli in DAD e difficilmente lo ritroveranno, perché l’Italia ancora non è pronta alla parità di genere in ambito lavorativo; i dati ci raccontano purtroppo dell’aumento di violenze e maltrattamenti, di donne costrette dal lockdown a vivere a costante contatto con il proprio aguzzino. E ancora, le associazioni si prendono cura delle donne in difficoltà, dei disabili, dell’inserimento degli immigrati, si occupano di assistenza domiciliare, di pacchi spesa, mettono a disposizione i propri spazi per le vaccinazioni. Le Pubbliche Amministrazioni che non possono dotarsi di nuovo personale, con l’art. 72 del codice, potranno avvalersi del Terzo Settore che potrà formare e reclutare personale specializzato. Con le nuove linee guida, le cooperative, associazioni con connotazione d’impresa, non dovranno pagare più lo scotto della gara a ribasso d’asta perché riconosciute validi partner.
E questi sono solo esempi su come il Terzo Settore, da ora in poi, sarà un attore di grande importanza. In conclusione, il futuro è allora il nuovo modello di collaborazione fra Pubblica Amministrazione ed associazioni operanti sul territorio, che insieme formano quello che è il front-office capace di capire ed intercettare le nuove esigenze e realizzare progetti seguendo una comune linea di intesa.
Simona Borrelli