Che dire di Orvinio delle sue bellezze, del sua posizione geografica, del suo aspetto “fotogenico” e dell’immagine a prima vista che sorprende ed affascina il visitatore, che sia un passante frettoloso o u n turista innamorato? Che dire anche di quanti hanno scritto e fotografato Orvinio? Quante belle immagini, fotografiche e pittoriche! Quante ispirazioni! Oggi ne raccontiamo l’ultima (di ispirazione) in ordine di tempo che è venuta al nostro Gianni Forte. Gianni è una persona discreta, non cerca visibilità, anzi a volte ne ha quasi spavento e la sfugge, non tutti gli orviniesi lo conoscono, se non per averlo intravisto passeggiare o solo per un saluto fugace quando ci si incontra per strada. Tanta modestia si sposa con la sua gentilezza e sensibilità, che si manifesta in una raffinata cultura e fantasia, particolarmente espressa su una tavolozza con il pennello.
Da un’opera del Caravaggio, (contemporaneo del Cavalier D’Arpino, per averne frequentato la Bottega, dalla quale uscirono anche le prime pennellate nostro Manenti,) San Matteo e l’Angelo, Gianni si è ispirato per fare una sua opera che rappresentasse Orvinio, nella sua religiosità, con i costumi delle Confraternite e dei suoi personaggi. A memoria non sembra che queste siano mai state rappresentate in qualche opera. Infatti sono le Confraternite, al centro che spiccano nelle figure dei due pellegrini in ginocchio, in adorazione della Madonna con il Bambino. Qui Gianni sempre innamorato del Caravaggio, ha voluto riproporre la rappresentazione di un’altra opera, la Madonna dei Pellegrini, (visibile nella Chiesa di S. Agostino a Roma). In questo quadro c’è una raffinata sovrapposizione con due figure nello stesso personaggio, prestato (dall’altro quadro) l’Angelo di San Matteo. E’ la figura del caro Zio Armando, (in posa come San Matteo), che ascoltato l’Angelo, rappresentato da altro mitico concittadino, Franco chiamato Spartaco, e qui (dove avviene la sovrapposizione) Zio Armando (San Matteo) rivolgendo lo sguardo in ammirazione, ritorna in ginocchio pellegrino, assieme all’altro pellegrino, il nostro amatissimo Renato.
E sono i nostri due Confratelli, ad adorare la Madonna di Vallebona, sostituita con la Vergine del Caravaggio, (abile gioco di Gianni). Unendo le due riproduzioni del Caravaggio risaltano quindi le due Confraternite, ben mostrate nelle pale laterali del quadro, che vanno in processione, insieme agli altri personaggi di Orvinio ed alle Autorità, verso il centro, verso Vallebona, simbolo di forte attrattiva Orviniese, sia essa religiosa laica o spirituale. Questo trittico,(misura 230×120 cm.) che ci riporta all’antico, in chiave moderna , è una somma di combinazioni sentimentali, la fede, la tradizione nei costumi, l’amore verso i deboli. Si dice che un grande artista, adopera tutto ciò che si è conosciuto o scoperto nella sua arte fino a quel momento, poi va oltre ciò che è stato conosciuto e crea qualcosa di suo.
E qui dobbiamo riconoscere “quel suo di Gianni” che lo fa (anche se lui per modestia rifiuterà) grande.
Di questa opera stiamo riproducendo le cartoline per farne gli auguri di Buon Natale e Grazie Gianni Forte!
Pietro Attilia