Alcol & giovani, un relazione complicata

dal numero XX di Orvinium 14/12/2018

Le più importanti organizzazioni di tutela e promozione della salute in ambito nazionale e internazionale, sulla base di evidenze scientifiche ed epidemiologiche consolidate, considerano il consumo di bevande alcoliche un importante fattore di rischio per patologie croniche ed acute, incidentistica stradale, domestica, lavorativa ed episodi di violenza.

In Europa l’alcol è responsabile di circa 200.000 morti l’anno ed è la terza causa di mortalità prematura, quindi evitabile (preceduto solo dall’ipertensione e dal consumo di tabacco).

La prevenzione si basa sull’assunto che l’alcol danneggia altre persone oltre il bevitore, sia attraverso la violenza sociale, urbana o in famiglia, oltre che richiedendo un uso improprio, incongruo ed evitabile delle risorse sanitarie. Una quota non trascurabile del consumo medio pro capite di alcol è usata al fine di raggiungere l’intossicazione, attraverso il fenomeno del binge drinking.

L’assunzione di alcol può rappresentare (come accade per altre sostanze) un modo per affrontare un disagio interiore le cui cause vanno ricercate nel genoma del giovane (ereditarietà) e negli stimoli ambientali che si ricevono durante il periodo dell’accrescimento e dello sviluppo psico-fisico. Questo periodo è particolarmente critico per la particolare suscettibilità del cervello alle modificazioni indotte dallo stress (abbandoni, immigrazione, affidamenti, perdita dei genitori, traumi in generale) che, agendo sulla crescita cerebrale (adattamento agli stimoli) è in grado di modificare il carattere e creare difficoltà di relazione ed affettive che possono essere lenite dall’azione ricercata (o casuale) di sostanze che hanno effetto sulla psiche (soprattutto l’alcol per la sua facile reperibilità). Ciò può contribuire allo sviluppo della dipendenza da sostanze e ai comportamenti che ne conseguono.

Il Rand Institute ha prodotto un report europeo da cui si evince che in Italia, negli ultimi dieci anni, per i giovani è aumentata la disponibilità delle bevande alcoliche, attraverso una strategia di promozione delle bevande stesse che rende economico l’acquisto e il consumo di quantità rischiose o dannose di alcol. Ciò avviene per mezzo di proposte commerciali (vedi happy hours, pubs’crawl, open bar). Ulteriori evidenze sono state fornite dallo Science Group europeo attivato dalla Strategia Comunitaria sull’alcol che ha evidenziato come la pubblicità delle bevande alcoliche, in gran parte ammiccante ai giovani e giovanissimi, incrementi i consumi alcolici e favorisca l’avvio al consumo alcolico di chi, per scelta, non sarebbe orientato a bere. La stessa comunicazione televisiva ha manifestato e continua a manifestare approcci di informazione equivoci attraverso la normalizzazione del bere (ogni 12 minuti c’è un personaggio che nelle fiction italiane porta un bicchiere alla bocca), attraverso testimonial,  cantanti, modelle, campioni sportivi che propongono, non senza interessi, in trasmissioni di vasta diffusione, tesi proponenti il bere come elemento di successo sociale,  sessuale, di protagonismo a cui i giovani non sono insensibili.

E’ preoccupante che il fenomeno sia registrato anche al di sotto dei 16 anni, età minima legale di divieto di somministrazione di alcol, (recentemente proposto innalzamento della vendita di tabacco e alcol ai soli maggiorenni) e che tra le ragazze tra i 16 ed i 17 anni si registrino valori più elevati rispetto alla media femminile nazionale (quasi il 4% rispetto alla media del 2.8%) con un picco per le 18-24enni (6.5%).

Il rischio non si annida solo nelle occasioni di “binge drinking” come potrebbero essere le serate in discoteca o nei pub, ma anche su base quotidiana (e quindi non occasionale), tra coloro che consumano alcolici tutti i giorni. In media, negli ultimi anni, non meno di 500.000 adolescenti al di sotto dell’età minima legale riceve e consuma alcol in Italia per ragioni che sono spesso familiari, a volte sociali, ma molto più frequentemente indotte da una “cultura” costruita sempre di più sui messaggi errati attraverso la pubblicità fatta da ingannevoli contenuti che promuovono stili di vita non corretti con false immagini di benessere e di apparenza.

Gli elementi che contribuiscono a trasformare il bere in un fattore di rischio sono numerosi e non tutti di facile gestione. Ridurre il rischio è il risultato finale di un percorso “virtuoso” che si avvale di elementi che comprendono, tra gli altri, la qualità dell’informazione, le modalità di comunicazione, la capacità di suscitare interesse e curiosità da parte dei giovani, la capacità di coinvolgere i giovani in una scelta partecipata e non imposta.

L’azione di prevenzione deve quindi essere condotta non solo sui fruitori ultimi del progetto (i giovani), ma soprattutto su quelle figure che intervengono in prima linea in campo formativo (scuola, famiglia ed operatori socio-sanitari) che si fanno carico della responsabilità degli adulti di domani. 

Glossario

Consumo di alcol: il consumo di almeno un tipo di bevanda alcolica (vino, birra, altri alcolici) almeno una volta nell’anno.

Consumo giornaliero di alcol: il consumo di almeno un tipo di bevanda alcolica (vino, birra, altri alcolici) tutti i giorni.

Unità alcolica: corrisponde alla quantità di alcol (circa 12 grammi) contenuta in un bicchiere piccolo (125 ml) di vino di media gradazione, o in una lattina di birra (330 ml) di media gradazione o in un bicchierino di superalcolico (40 ml).

Consumo giornaliero non moderato di alcol: il consumo che eccede: 2 unità alcoliche al giorno per l’uomo; 1 unità alcoliche per la donna; 1 unità per gli anziani di 65 anni e più; qualsiasi quantità giornaliera per i minori di 17 anni e donne in stato di gravidanza o durante l’allattamento.

Binge drinking: il consumo di 5 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione.

Dott. Fabio Attilia Dott.ssa Roberta Perciballi esperti in dipendenze, CRARL Policlinico Umberto I – Roma

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Wi-fi

Il comune di Orvinio ha aderito al progetto MISE “PIAZZA WIFI ITALIA” PER L’ATTIVAZIONE WI FI NEI PICCOLI COMUNI, il progetto del Ministero dello Sviluppo Economico che ha come obiettivo quello di permettere a tutti i cittadini di connettersi, gratuitamente e in modo semplice tramite l’applicazione dedicata, a una rete wifi libera e diffusa su tutto il territorio nazionale.

I Comuni potranno fare richiesta di punti wifi direttamente online, registrandosi sulla nuova piattaforma web accessibile dal sito wifi.italia.it. La disponibilità di risorse, passata da otto a 45 milioni di euro, permetterà di portare nuove aree wifi gratuite in tutti i Comuni italiani, con priorità per i Comuni con popolazione inferiore a 2.000 abitanti.

I lavori sulla rete sono già stati affidati. Il 23 gennaio 2019, infatti, è stato dato l’incarico a Infratel Italia, società in-house del MiSE. Torricella Sicura, in provincia di Teramo, è il primo Comune in Italia (e il primo delle zone colpite dal sisma del 2016) con un punto wifi attivo nell’ambito di questa iniziativa. I primi interventi stanno coinvolgendo, con un progetto dedicato, tutti i 138 Comuni colpiti dal sisma del 2016 in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, nei quali sono state già avviate le attività di progettazione d’intesa con le amministrazioni locali.

Oltre a ciò, per i mesi di luglio ed agosto come di consueto rinnoveremo l’attivazione del wi fi attraverso la società Tecno Adsl Lazio nei due punti “giardini pubblici” e “viale della passeggiata”: siamo in contatto per poter installare un nuovo hotspot che possa coprire anche viale Roma, in modo da servire gran parte del paese.

Luca Cervelli

Sismabonus: l’Agenzia delle Entrate pubblica un vademecum

A guardare le statistiche dell’INGV, non sembra che il nostro Borgo sia stato, negli ultimi cent’anni, teatro di qualche terremoto di rilievo. Situato in zona sismica 2B, il comune di Orvinio è soggetto al rischio di terremoti forti, ma le sue case antiche sono saldamente fondate sulla roccia, che affiora a tratti nel paese vecchio. Non troppo lontane, però, giacciono alcune delle faglie più pericolose d’Italia, che ogni tanto, risvegliandosi bruscamente, fanno tremare le vecchie mura per l’onda che si propaga dai terremoti appenninici. Così è successo nel 2009, e ancora nel 2016/17, quando il Centro Italia è stato colpito da rovina e devastazione per un’interminabile sequenza sismica: Orvinio ha tenuto, ma le scosse si sono sentite fin troppo bene.

Se è vero che anche Roma (zona sismica 3), nei secoli, ha subito ripetutamente l’affronto di forti terremoti, come recentemente ha riscoperto la stampa nazionale, non possiamo ritenerci indenni da ogni rischio concreto. Del resto, le cronache di Orvinio fanno risalire proprio al terremoto del 1915 le lesioni che indebolirono il tetto della Chiesa di S. Giacomo, in seguito crollato. Però, bisogna ricordarlo, l’energia sprigionata dai terremoti nell’Appennino centrale arriva di regola a scatenare, al massimo, terremoti di magnitudo intorno al 7 grado Richter: scosse di tutto rispetto ma contro le quali le costruzioni moderne o ristrutturate forniscono adeguata protezione, a patto che siano realizzate e mantenute a regola d’arte.

Certo, gli accorgimenti antisismici costano. Ma esistono alcune misure pubbliche di sostegno molto interessanti. Tra queste, il cosiddetto “sismabonus”, rifinanziato per il 2019, che è applicabile anche ai comuni ricadenti nella zona sismica 2, come Orvinio. Questo beneficio consiste in una detrazione di imposta che può essere cospicua. In particolare, per il periodo compreso tra il 1° gennaio 2017 e il 31 dicembre 2021 è stata introdotta una detrazione di imposta del 50%, fruibile in cinque rate annuali di pari importo, per le spese sostenute per l’adozione di misure antisismiche. La detrazione va calcolata su un importo complessivo di 96.000 euro per unità immobiliare per ciascun anno.

La detrazione fiscale sale al 70% della spesa sostenuta, se dalla realizzazione degli interventi deriva una riduzione del rischio sismico che determina il passaggio a una classe di rischio inferiore. Aumenta all’80% se dall’intervento deriva il passaggio a due classi di rischio inferiori. Se le spese sono sostenute per interventi sulle parti comuni degli edifici condominiali le detrazioni sono ancora più elevate. La detrazione, inoltre, spetta per gli interventi antisismici effettuati su qualsiasi immobile a uso abitativo (non solo sull’abitazione principale) e anche su immobili adibiti ad attività produttive.

I dettagli sono ben illustrati in una recente pubblicazione dell’Agenzia delle Entrate (“Sisma bonus: le detrazioni per gli interventi antisismici” del febbraio 2019), consultabile on line sul sito www.agenziaentrate.gov.it oppure, in formato cartaceo, presso gli Uffici comunali. La pubblicazione indica anche i riferimenti normativi rilevanti.

Contro il rischio sismico l’unica difesa è la mitigazione degli effetti, poiché non è possibile né prevedere con esattezza né tanto meno fermare i terremoti. Ma in Giappone, in California e in nuova Zelanda, e pure in molte regioni del Messico e della Turchia, un atteggiamento consapevole dei cittadini e l’intervento pubblico hanno reso possibile limitare molto i danni e soprattutto le vittime. In Italia siamo ancora lontani: uno studio di dieci anni fa stima che un terremoto di 7° grado Richter nell’Appennino meridionale potrebbe provocare tra i 5 e gli 11mila morti, mentre la stessa scossa in Giappone provocherebbe la morte di 50 persone. Eppure, le nostre norme sono ben fatte e i nostri ingegneri non sono secondi a nessuno: abbiamo tutti i mezzi per ragionare in termini di prevenzione e sicurezza. Il sismabonus può essere un aiuto in più.

Valeria Lettera

Storie e incontri d’oltreoceano

In un weekend di fine gennaio, come è ormai tradizione da qualche anno, un gruppo di studenti universitari di secondo anno del Dartmouth College si è recato in visita a Orvinio per incontrare i suoi gli abitanti, conoscerne le tradizioni culturali e godere della sua naturale bellezza. Al loro ritorno a Roma, gli studenti hanno condiviso le loro riflessioni sugli incontri e sulle esperienze orviniesi che hanno così profondamente arricchito la  loro conoscenza culturale dell’Italia.

A Muriel, il paese ha ricordato le sue comunità nativo americane: “Non si trova questo tipo di comunità a Roma, né nelle altre grandi città. È un’atmosfera simile a quella dei piccoli paesini e delle riserve nativo americane, dove tutti gli abitanti sono cugini e tante persone praticano le loro tradizioni”. Per Sammy, Orvinio è stato un luogo dove trovare nuovi amici: “Quando ho visto l’emozione sui volti di Maurizio e dei suoi figli quando ci hanno accolto, ho capito che Orvinio sarebbe stato un posto speciale per me. Non ho mai visto persone più sinceramente entusiaste e veramente felici di ospitare gli altri nella loro casa”. Per Gabe, Orvinio è il ricordo di una panchina dove fermarsi a riflettere: “Stavamo ritornando dal Castello dei Malvezi. Mentre camminavamo, ho notato la panchina, ignorata da tutti meno che da me, e ricordo che ho pensato: questo è un bel posto dove posso sedermi per pensare”. Per Matt, con il cui permesso condividiamo la narrazione di un incontro orviniese molto speciale, Orvinio ha rappresentato un’opportunità di entrare in contatto con la storia. Matt che studia Italiano da poco più di un anno, racconta qui di seguito con grande sensibilità, la sua intervista al Sig. Camillo Fabriani che gli ha aperto non solo la sua casa ma anche un intero mondo di ricordi e di esperienze.

A nome del Dartmouth College voglio ringraziare l’intera città di Orvinio per l’opportunità offerta ai nostri studenti.  In particolare, ringrazio tutti coloro che hanno attivamente collaborato – con una varietà do modi e di interventi – al successo dell’esperienza (non li elenco tutti perché sono troppi e ho il timore di dimenticarne qualcuno). Un grazie a Daniela Jerez e Valentina Mariani che ci hanno accompagnato nel nostro viaggio a Orvinio,  e soprattutto un grande grazie a tutti i miei studenti che con la loro curiosità, sensibilità e intelligenza hanno saputo cogliere appieno il valore dell’esperienza.

Alla prossima visita

Tania Convertini

Un incontro con la storia

“Ero un marconista… a quell’epoca c’era l’elettronica, non le invenzioni d’adesso”. Davanti a me, vedo un uomo anziano, vecchio come le pietre che compongono la sua piccola casa. Nato nel 1921, porta le rughe dei giorni, delle settimane e degli anni che ha vissuto. Parla lentamente in un sussurro attraverso i pochi denti che gli rimangono in bocca. Indossa occhiali da sole nella stanza buia per coprire i suoi occhi stanchi, occhi che hanno visto così tanto. Descrive la sua gioventù, descrive Orvinio, descrive La Seconda Guerra, descrive il fascismo. Con ogni parola lui riporta in vita una memoria, un’immagine, un messaggio che il mondo aveva pensato fosse perso.  Lui è la morte. Lui è la vita. Lui è la storia.

Siamo nel piccolo paesino di Orvinio, nascosto nelle montagne vicino a Roma. Seduto in questa stanza modesta, ancora più piccola fra le mura strette, sento che la città non esiste più. Intorno a me seduti alla tavola sono il mio partner e regista Joe, Maurizio, un signore orviniese, e l’anziano Camillo. L’unica luce in questa stanza buia viene dalle lingue di fuoco nel focolare. Leggermente nascosta, la moglie di Camillo sta seduta davanti al fuoco, riscaldandosi in un silenzio ininterrotto, quasi in meditazione, quasi in preghiera, ma sicuramente in ascolto. Come molte donne della sua generazione, siede nell’ombra, rimossa dall’azione del momento. La sua badante, una donna di mezz’età, sta dall’altra parte della stanza, guardando la scena e ascoltando attentamente le parole di Camillo e Maurizio, senza temere di intervenire o correggere quando gli uomini commettono un errore. Ogni parola e correzione della badante, in contrasto al silenzio dell’anziana donna, mette in evidenzia il divario generazionale tra le due. Sebbene solo una stanza le divida, la breccia fra le donne sembra un abisso.

Camillo descrive la sua crescita a Orvinio, dove lui e i suoi compagni hanno vissuto e hanno respirato il fascismo. Mentre lui racconta, immagino le file di giovani uomini che salutano il monumento ai caduti della prima guerra mondiale ogni mattina. Vedo dozzine di scolare che indossano camicie bianche e scarpe nere, mentre cantano lodi all’Italia. Sento la voce echeggiante di Mussolini diffusa orgogliosamente dall’unica radio nel paesino mentre gli orviniesi si radunano per ascoltare la magia di Marconi.

Camillo spiega il suo lavoro come operatore della radio negli aeroplani durante la guerra e io lo posso immaginare in volo sopra l’Africa e l’Europa. Sento la confusione dell’Otto Settembre quando i tedeschi si trasformano da amici in nemici, e gli italiani non sanno più perché combattono. Vedo la paura mista al sollievo negli occhi di sua madre quando torna a casa, in fuga dall’esercito tedesco. Guardo suo padre che implora il capo dell’esercito tedesco di liberare il suo unico figlio quando Camillo è catturato e condannato a morte. E vedo le celebrazioni per la fine della guerra, e la continuazione della vita come se niente fosse successo, e il fascismo non fosse mai avvenuto.

Con ogni parola pronunciata da Camillo, i libri di storia che ho letto sul fascismo e la guerra sono riscritti, questa volta con le esperienze, le immagini, le emozioni reali. E` una realizzazione delle storie, delle immagini, delle lezioni ascoltate in aula in una forma tangibile e forte. Quest’uomo, che aveva la stessa età che io ho adesso durante la guerra, mi mostra i sentimenti che avrei avuto io nella sua posizione. L’empatia personale, che non si insegna nell’aula, la scopro qui, a Orvinio, in questa stanza.

 Tuttavia, questa esperienza non è completamente nuova per me. Questa intervista è uno specchio. Uno specchio fra culture, fra paesi, fra lingue. A tremila miglia di distanza da qui, un ragazzo era nato nel 1918 negli Stati Uniti da genitori italiani, in un paesino del New Jersey. Lui era cresciuto ascoltando storie della prima Guerra Mondiale, e aveva combattuto nella Seconda Guerra Mondiale come ingegnere. Anche lui era stato quasi ucciso dei tedeschi. Anche lui aveva i genitori che si preoccupavano per lui ogni giorno. Anche lui adesso ha una moglie che si siede silenziosa quando lui parla della guerra, forse perché lei era molto giovane mentre lui combatteva. Anche lui adesso ha cent’ anni. Lui si chiama Arnold De Angelis. Lui è mio nonno.

Questa non è dunque una nuova esperienza per me perché ho già fatto le stesse domande a mio nonno. Ho parlato con lui tante volte delle sue esperienze come soldato. Anche lui vecchio come le pietre che compongono la sua casa, mi racconta com’era la guerra, in un modo che non posso ricreare nell’aula. Così la conversazione con Camillo è un’aggiunta a una storia  che già amo. Mi mostra che le persone, uomini e donne, nonostante siano nati in paesi diversi, hanno una storia simile, la storia dell’umanità.    

Matt Libre ’21 Dartmouth College  

San Giovanni Battista

Lu festeggianu li compari,

Lu festeggianu li compari,

all’epoche eranu fedeli.

Tené un monellu a lu battisimu

era come figliu a issu,

se li volea bene

se stea attenti a non falli male

anzi se mancava lu genitore+toccava allu compare pe l’educazione.

San Giuvanni Battista

era una gran festa

se comenzava la matina

co la carrafina

po se ia fore a lavorane

la sera a cena se magnava bene

eranu maccaroni a volontane

fatti in casa

magari co poca spesa

vello che passava la casa.

Lu comparatu era pe generaziuni

finu che se deventava anziani.

Mo tuttu è cagnatu,

non se respetta più mancu lu comparatu.

Domenico Attilia

Bravissimi!

Simone Forte

Simone Forte si è letteralmente scatenato ai Campionati Italiani Indoor 2019 di atletica leggera e ha vinto il tricolore nel salto triplo con un eccellente balzo da 16.76 metri. L’atleta delle Fiamme Gialle è diventato il settimo italiano di sempre al coperto. Il 23enne ha piazzato la misura subito al primo tentativo e poi non è più tornato in pedana, eccezion fatta per un nullo alla quarta prova: il laziale, al primo titolo italiano assoluto, ha migliorato il personale di 14 centimetri dopo quasi tre anni (parlando del primato in sala, ha perfezionato quello assoluto di tre centimetri). Ha anche conquistato anche il minino per gli Europei di Glasgow.

Yuri Rocchetti

Yuri Rocchetti è stato convocato dal CT Zoratto nella nazionale italiana Under 16 per la doppia amichevole contro l’Olanda. Yuri, terzino sinistro, è un punto fermo della Roma Under 16, e vanta anche diverse convocazioni nella Primavera di Alberto De Rossi.

Federico Donati

Originario di Orvinio inizia a coltivare la sua passione per il canto proprio nel piccolo borgo quando a solo 10 anni si inserisce nel piccolo coro della sua parrocchia con la maestra Valentina Fabri. Da quel momento Federico Donati classe 90 si iscrive a scuola canto, e per quello che poteva stando comunque lontano dalla grande città inizia ad iscriversi a diversi concorsi canori che lo vedono sempre in finale. Passando per i festival regionali conquista nel 2010 il teatro del Casino’ di Sanremo ed è da quel momento che arrivano per Federico diverse partecipazioni in trasmissioni Sky tra queste ‘Belli e Dannati’, ‘Non solo calcio’, ‘Festival Show’ dove lo stesso cerca sempre di portare in alto il suo paese ‘Orvinio ‘ che tanto gli sta cuore. Da quegli anni Federico inizia a scrivere testi, canzoni ‘magiche’ come le definisce lui a cui è legato tantissimo, perché ognuna appartiene ad un determinato periodo della sua vita, brani che trattano sempre di esperienze e vissuti personali. Arriva così ‘Sogno’, ‘Un mondo da scoprire ‘, ‘Una storia scritta accanto a te’ , ‘Di notte’ e da qualche giorno un altro piccolo ‘capolavoro’, è uscito infatti ‘Ti aspetterò lo stesso’ un brano autobiografico dal testo malinconico ma ‘frizzante’ nel ritornello così lo definiscono gli esperti, una canzone che fa riflettere e che ha una ritmica estiva che da subito rimane nella mente e che a poche ore dall’uscita del videoclip ha contato centinaia di visualizzazioni. Fondamentali i passaggi radiofonici su ‘Radio Crik Crok ‘ seguitissima dai giovani che ha ospitato Federico nel programma mattutino condotto da Danilo Brugia e Paciullo e quello su ‘Radio Italia anni 60’ nel programma ‘Discoring ‘con Max Leoni e Piergiorgio Cirillo in onda tutti i weekend dalle 21, dove il giovane è poi tornato per e la seconda volta non solo per promuovere il suo nuovo singolo ma come opinionista di una puntata dedicata a Laura Pausini. Passaggi radiofonici quelli di ‘ Ti aspetterò lo stesso ‘ che hanno riscontrato ascolti e soddisfazione, soprattutto per Federico che tiene a questo suo ultimo lavoro come a nessun altro. Sui social ‘Ti aspetterò lo stesso’ è già un successo e alla domanda:’cosa ti aspetti dalla musica? ‘ il giovane di Orvinio risponde:’ il canto e’ per me valvola di sfogo, la prendo come un gioco e rimango con i piedi per terra, è sicuramente un mondo difficile ma l’importante è sempre inseguire i propri sogni e coltivare le proprie passioni al meglio poi chissà …! ‘

Luca Cervelli

Partecipazione e condivisione

Sabato 6 aprile, sulla scia del progetto FAI, presso la sala consiliare si sono incontrati amministratori e associazioni per discutere sul bando della regione Lazio direzione Cultura e Politiche Giovanili – Area Valorizzazione del Patrimonio Culturale.

La regione Lazio ha stanziato 2.000.000 di euro nel prossimo triennio per i comuni al di sotto di 5.000 abitanti, per proposte di intervento che dovranno essere ispirate al recupero e miglioramento di quelli che possiamo definire come luoghi della comunità ossia di quei beni, manufatti, siti e spazi urbani che rivestono un particolare valore storico e simbolico per la collettività locale e che possono, altresì, rappresentare un motivo di attrazione per visitatori e turisti. L’importo massimo stabilito è di euro 40.000 a ciascun ente locale.

L’obiettivo che ci siamo proposti, è stato quello di scegliere insieme un intervento con tutte le realtà attive sul territorio comunale. Sono state presentate diverse proposte, tutte meritevoli: ristrutturazione della fontana, installazione di porte scorrevoli presso la sala convegni San Giacomo, sistemazione zona antistante la chiesa S.Maria dei Raccomandati, realizzazione di un impianto sportivo, ristrutturazione ex asilo per la realizzazione di un centro culturale, ricreativo e ricettivo o adeguamento dello stesso per realizzare un centro di produzione e commercializzazione prodotti agricoli e artigianali, ristrutturazione di un locale comunale da adibire a studio medico specialistico per effettuare visite periodiche alla popolazione, restauro dei beni delle Confraternite, realizzazione di un museo itinerante della cultura contadina e di un bagno pubblico.

Al termine della discussione in un clima di partecipazione e condivisione si è deciso di presentare il seguente progetto: recupero e sistemazione della via crucis di Vallebona e della strada originaria. Nei prossimi giorni verrà predisposto il relativo progetto ed inviata tutta la documentazione in Regione.

L’assemblea si è conclusa con la promessa di mantenere l’attenzione su tutte le proposte presentate, con la speranza che le stesse possano essere realizzate in futuro non troppo lontano.

Luca Cervelli

Orvinio e Internet, quale futuro?

Il mondo delle telecomunicazioni ha ormai invaso ogni aspetto della nostra vita, e questo grazie alla diffusione di Internet che ha permesso la trasmissione di ogni tipo di informazione (immagini, video, testi,…), da e verso una svariata quantità di dispositivi (PC, smartphone, TV,…), sia da postazione fissa che mobile. E così oggi, anche su un treno ad alta velocità, possiamo parlare, scambiare immagini e video con persone situate, in linea di principio, in ogni parte del mondo. Ma proprio sulla posizione geografica la rete Internet ancora oggi presenta i suoi limiti perché troppe località, in ogni parte del mondo, hanno un accesso difficile se non assente. E purtroppo ciò accade anche in troppe zone dell’Italia, specialmente nelle aree rurali e con una bassa densità di popolazione. E questa purtroppo è la situazione odierna di Orvinio  che lamenta una serie di limitazioni soprattutto per la copertura della telefonia mobile come risulta anche dalla mappatura riportata in fig. 1 e presa dal sito AGCOM [1].

Fig. 1: mappatura della telefonia mobile nella zona di Orvinio. Le zone celeste/azzurre rappresentano le aree in cui è presente il segnale 2G/3G/4G. Orvinio riceve quindi un segnale debole solo dalle zone adiacenti.

Tuttavia Orvinio rispetto ad altre zone rurali ha già la sua fibra ottica grazie ad un cavo che la connette a Scandriglia; un’opera realizzata qualche anno fa da Infratel Italia S.p.A, società in-house del Ministero dello Sviluppo Economico e soggetto attuatore del Piano Nazionale Banda Larga e banda ultralarga. Tramite questa connessione Orvinio oggi ha una copertura ADSL su tutto il suo territorio, e come risulta dai siti dei principali operatori nazionali la possibilità di avere una velocità di download fino a 20 Mb/s e in upload fino ad 1 Mb/s. Nella figura 2 riportiamo la mappatura ADSL come risulta dal sito AGCOM.

Fig. 2: mappatura ADSL di Orvinio (cerchietti rossi) [1]

Tuttavia l’attivazione di un abbonamento risulta ancora abbastanza complesso per chi già non possiede un collegamento telefonico tramite il doppino in rame, a causa  delle condizioni orografiche del territorio e della situazione degli edifici.

Inoltre come mostrato dalla fig. 1 Orvinio, fruttando i segnali provenienti dalle aree adiacenti, riesce ad avere in alcune zone una parziale copertura Internet tramite la telefonia mobile 3G/4G, che risulta comunque scarsa o assente in diverse parti del paese. Quindi la situazione attuale risulta particolarmente svantaggiosa specialmente per chi frequenta Orvinio in maniera saltuaria (e che non intende quindi avere un abbonamento per una linea fissa), e sicuramente il periodo più complesso è nella stagione estiva quando la popolazione cresce moltissimo e si trova a dover condividere le risorse della telefonia mobile, già di per se molto scarse. Sicuramente un’iniziativa che ha portato importanti vantaggi per coloro che frequentano le zone centrali del paese è stata l’attivazione di un servizio Wi-Fi nei periodi estivi.

Ma chiaramente siamo ben lontani dagli obiettivi 2020  dell’Agenda Europea 2020 sulla banda larga che prevedono la copertura a 30 Mb/s per il 100% della popolazione e 100 Mb/s per il 50% della popolazione. Il Governo Italiano ha risposto a questa Agenda con un piano (Piano Banda Ultralarga, BUL) ancora più ambizioso  che prevede di portare la copertura a 100 Mb/s all’85% della popolazione. Per far questo lo Stato ha messo a disposizione dei fondi per le cosiddette aree bianche (cioè a fallimento di mercato) e l’attuazione di questo piano è stata affidata  ad Infratel, che ha già indetto le procedure per l’affidamento delle concessioni di costruzione e gestione di dell’infrastruttura passiva a banda ultralarga nelle aree bianche. Nel Lazio la società Open Fiber, che si è aggiudicata il bando, ha già realizzato diverse reti  e, per fare un esempio,  a Fara Sabina la fibra ottica è già disponibile nel 15% delle case, e sono possibili collegamenti con un download fino a 200 Mb/s (10 Mb/s upload) [2].

Per Orvinio l’attuazione di questo piano è prevista entro la seconda metà del 2020 (Gara 2 – Lotto 4 – Fase 4) e siamo ora nella fase della progettazione definitiva [3].

Cosa possiamo quindi aspettarci da questo piano? Open Fiber nelle aree rurali prevede connessioni in fibra ottica che sicuramente viaggeranno lungo le direttrici principali di un paese, mentre le abitazioni più isolate saranno connesse con tecnica Fixed Wireless Access (FWA). Quindi si prevede una parte di utenti che potranno operare con almeno  100 Mb/s ed altri a 30 Mb/s.

In questa evoluzione infrastrutturale va anche considerata un’altra rivoluzione che sta avvenendo nel campo delle telecomunicazioni ed è quella che riguarda la telefonia mobile di Quinta Generazione (5G). Con le reti 5G assisteremo ad una profonda trasformazione di tutta la rete di telecomunicazione, specialmente in termini di interoperabità tra reti wireless eterogenee (operanti cioè su bande di frequenze diverse e su celle con dimensioni che variano dai centimetri ai chilometri) e reti fisse, con  particolare rilevanza per quel mondo che va sotto il nome di Internet delle cose (Internet of Things, IoT). Le prime sperimentazioni 5G sono già in atto in 5 città italiane e si prevede una ampia diffusione nei prossimi 2-3 anni.

Il 5G oltre ad incrementare la capacità trasmissiva dei terminali, consentirà ritardi bassissimi, un alto grado di mobilità, una buona penetrazione negli edifici anche con spessi muri e soprattutto servire milioni di dispositivi connessi per chilometro quadrato.

Chiaramente sarà il mercato a guidare gli operatori nella installazione delle antenne 5G e ancora una volta le zone rurali potrebbero esser penalizzate; ma è chiaro che si potrebbero creare dei circoli virtuosi in cui le nuove connessioni permetteranno la diffusione di tanti nuovi servizi, che a loro volta faranno aumentare la domanda per avere ulteriori connessioni. In questo processo la presenza delle fibra ottiche installate nell’ambito dei piani BUL faciliterà moltissimo la connessione delle antenne 5G.

Quindi possiamo dire di essere moderatamente ottimisti sul futuro di Orvinio , ed in particolare dopo il 2020 abbiamo buone ragioni per pensare ad un paese in cui le persone anziane saranno meno isolate, potranno videocomunicare con tutto il mondo, utilizzare servizi di telemedicina, e un po’ tutti potremmo sfruttare i nuovi servizi che le tecnologie internet metteranno a disposizione a cominciare dalla TV in modalità smart che ci permetterà la visione dei programmi quando stiamo più  comodi. Inoltre potremmo usare l’istruzione e l’addestramento a distanza, il telelavoro, la telesorveglianza e anche un’assistenza per la guida che renda le strade più sicure. E sicuramente anche l’economia di Orvinio potrebbe ricevere degli importanti sostegni, specialmente nel campo dell’agricoltura, con quella che oggi è chiamata agricoltura 4.0 basata specialmente sui droni che permetteranno azioni mirate sulle culture sia per la concimazione che per combattere gli insetti.

[1] https://maps.agcom.it/

[2] https://tariffe.segugio.it/copertura-fibra-ottica-adsl/verifica-copertura-fara-in-sabina-ri.aspx

[3] http://bandaultralarga.italia.it/wp-content/uploads/2018/12/FIBRA-19-dic.pdf

Francesco Matera

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La figura di Filippo Cremonesi ed il libro sul Castello di Orvinio

Filippo Cremonesi

“Il Castello di Orvinio” è un testo che venne realizzato nel 1935, pubblicato dall’allora proprietario del Castello, all’epoca senatore e presidente della Croce Rossa Italiana, Filippo Cremonesi. Per raccontare questo testo occorre però anche raccontare brevemente la storia del suo autore. Filippo Cremonesi fu l’ultimo proprietario del Castello prima della c.d, epoca “moderna” (dove la proprietà passò alla famiglia Malvezzi Campeggi sino ai giorni nostri); la sua figura rappresentò per l’epoca una delle più importanti personalità all’interno del panorama culturale dell’Italia del Regime Fascista. Nato a Roma nel 1872, giovanissimo emigrò nel Sudamerica stabilendosi in Cile, svolgendovi attività commerciali e finanziarie per una decina di anni. Tornato in Italia, continuò ad occuparsi del settore economico dove fu consigliere di vari istituti di credito e della Camera di commercio di Roma. Entrò ufficialmente in politica nel 1914, quando fu eletto consigliere comunale durante la seconda amministrazione Colonna (1914-1919). Questa acquisita esperienza economico-finanziaria gli valse successivamente la carica di assessore fino al 26 giugno 1922, quando divenne Sindaco di Roma, carica che mantenne anche come Governatore sino al novembre del 1926. Convinto assertore di una moderna politica industriale, Cremonesi fu l’assertore della necessità della trasformazione economica della Capitale. Il suo pensiero concepiva l’industrializzazione di Roma come una svolta nella vita del paese che, mediante opportuni investimenti, avrebbe portato la Capitale da un’economia parassitaria ad una reale vita produttiva. Nei suoi anni di amministrazione, Cremonesi si dedicò prevalentemente alla situazione finanziaria della capitale. Il programma, come risulta dalla sua relazione, intendeva attuare il pareggio del bilancio, dapprima con la copertura del deficit del 1921 e del 1922, poi con l’eliminazione di quello previsto per il 1923. Con operazioni finanziarie egli potenziò i servizi dell’Azienda comunale, riuscendo in gran parte a risanare il bilancio. Sotto la sua amministrazione fu anche completata la rete fognante, migliorata l’illuminazione pubblica, costruito il Poligrafico dello Stato e il sanatorio “Cesare Battisti” della Croce Rossa italiana. Inoltre nel 1924 era stato aperto, a testimonianza dell’espansione urbana in atto, il ponte di ferro di S. Paolo. Negli stessi anni Cremonesi fu a capo della commissione che proponeva vari sventramenti cittadini. Sotto la sua amministrazione furono iniziate le prime demolizioni al fine di mettere in luce i ruderi dei mercati Traianei e dei fori. Fu eseguito l’ampliamento di Torre Argentina, l’allargamento del Tritone, e il relativo traforo e l’allargamento di Porta Cavalleggeri attuando quel progetto che Benito Mussolini chiese anni prima: “Fra cinque anni Roma deve apparire meravigliosa a tutte le genti del mondo… farete largo intorno all’Augusteo, al teatro di Marcello, al Campidoglio… Tutto ciò che vi crebbe nei secoli della decadenza deve scomparire”[1].

Il Castello di Orvinio – Edizione D’Arte

Contemporaneamente in quegli anni Cremonesi poneva mano anche alla costruzione delle “borgate” predisposte per gli abitanti delle zone sventrate. La prima fu quella di Acilia, costruita nel 1924 a quindici chilometri da Roma: là furono trasferiti gli abitanti della zona del foro di Cesare e di Traiano. Questa introduzione per dire che quando Filippo Cremonesi decide di ritirarsi dal ruolo di grande impegno che l’amministrazione di Roma gli aveva dato, sente la necessità di portare anche nei suoi luoghi di “buen retiro” quelle stesse impostazioni programmatiche che lo avevano contraddistinto nel ruolo di sindaco. Infatti la sua carriera politica non subì un arresto ma, a partire dagli anni ’30, quando si installò stabilmente ad Orvinio, si indirizzò prevalentemente a cariche amministrative. A partire dal 1928 assunse la presidenza della Croce Rossa italiana dove si batté al fine di creare un organismo inserito appieno nella nazione. Nel 1933 gli fu conferita la nomina a ministro di Stato. Fu insignito dell’onorificenza di cavaliere dell’Ordine civile di Savoia (di cui fu anche consigliere); fu membro dell’Accademia di S. Luca e accademico dei Virtuosi al Pantheon. Proprio alla luce della sua accanita passione di belle arti, si inquadra il suo desiderio di conservazione e cura dei monumenti e delle abitazioni nel Lazio dove arrivò a scrivere una memoria a Mussolini in persona sull’esigenza di tutela del patrimonio artistico laziale.


Il Castello di Orvinio – Edizione D’Arte

Nel 1935, nel pieno di tale campagna culturale, si inserisce la pubblicazione, fatta a sue spese per una tiratura di 500 esemplari, di un testo con immagini per raccontare la cura e la grande perizia eseguita nel recupero della sua dimora, ovvero il Castello di Orvinio. Della meccanizzazione della fattoria “la vaccheria” e delle opere sociali che Cremonesi svolse nella sua convinta politica di appoggio al regime in chiave socialista. Il libro, formato 37 x 29 cm, contiene una piccola introduzione di 18 pagine su Orvinio e il ruolo dell’Italia alla luce della politica di espansione del Fascismo operata a partire dal 1934, successivamente una raccolta di 33 immagini in bianco e nero ai nitrati d’argento di elevata qualità fotografica del castello e del suo parco. In queste immagini si nota che l’originario progetto eseguito da Remo Parodi Salvo diventa ancora più sontuoso con l’acquisizione di arredi e oggetti provenienti da fuori Orvinio, tra cui una lupa in bronzo nero posta all’ingresso della sua residenza.

Ragaglini Carlo

Cento anni di storia di Orvinio e d’Italia (Stralcio da “Storia di Orvinio e d’Italia – Dai Romani ai Romeni.”

Terza Parte

1970 – Per la terza volta viene eletto sindaco di Orvinio Goffredo Liguori fino al 1975.

Nel primo concorso della elezione di miss Orvinio viene eletta una bellezza locale Marilena Ranalli “dellu furnu”

Per la prima volta nominato Presidente del Consiglio Emilio Colombo (DC)

1971 –Orvinio conta 633 abitanti.

Al festival di S.Remo, Nicola di Bari canta “Il cuore è uno zingaro”.

1972 – E’ arrivato alla Presidenza del Consiglio Giulio Andreotti (DC)

1973 – Presidente del Consiglio è ancora una volta Mariano Rumor

1975 – Per la quarta volta viene eletto sindaco di Orvinio Goffredo Liguori.

Per la seconda volta il Presidente del Consiglio è Aldo Moro (DC)

Per  la prima volta Adriano Celentano canta “Yuppi du”.

1976 – Presidente del Consiglio è Giulio Andreotti (DC)

1980 – Per la quinta volta viene eletto sindaco di Orvinio Goffredo Liguori.

E’  Presidente del Consiglio Arnaldo Forlani (DC)

1981 – Orvinio conta 424 abitanti , tutta l’Italia ne conta 56.556.911 , Loretta Goggi arriva seconda al festival di San Remo con “maledetta primavera”e in tv arrivano i Puffi.

Per la prima volta il Presidente del Consiglio è uno del PRI, si chiama Giovanni Spadolini.

1982 – Presidente del Consiglio : Amintore Fanfani (DC)

1983 – Presidente del Consiglio un socialista: Bettino Craxi (PSI) fino al 1987.

1985 – Per la sesta volta viene eletto sindaco di Orvinio Goffredo Liguori.

1987 – Da Bettino Craxi a Amintore Fanfani (DC), poi Giovanni Goria e infine Ciriaco de Mita (DC)

Vescovo della Diocesi tiburtina è Lino Caravaglia

1989 . Presidente del Consiglio è Giulio Andreotti (DC)

1990 – Per la settima volta viene eletto sindaco di Orvinio, Goffredo Liguori.

1991 –Orvinio conta 456 abitanti.

 Lucio Dalla canta “Attenti al lupo”.

Vescovo della Diocesi tiburtina di Tivoli è Pietro Garlato.

1992 – Presidente del Consiglio è Giuliano Amato fino al 1993 (PSI)

1993 – Presidente del Consiglio è  Carlo Azelio Ciampi (indipendente)

1994 – E’ arrivato! Presidente del Consiglio è Silvio Berlusconi (Forza Italia)

L’Associazione Culturale Millepagine promuove un concorso letterario su Orvinio di poesia, prosa e drammaturgia . Vincitore del concorso di poesia è un  certo Pietro Attilia, con la poesia “Orvinio…salendo gli uncini si sciolgono nella nebbia….”

Nello stesso ambito del concorso la Pro Loco di Orvinio premia la Poesia “Addò so natu” di Natale Forte.

1995 – Per l’ottava volta viene eletto sindaco di Orvinio Goffredo Liguori.

La seconda versione del concorso letterario Millepagine va alla poetessa Maria Luisa Salerno di Roma e la sezione Pro Loco va al som.(aro) poeta Pietro Attilia.

Alla Presidenza del Consiglio va un indipendente Lamberto Dini.

1996 – E’ la volta di Romano Prodi alla Presidenza del Consiglio (indipendente di centro sinistra).

Il primo premio del concorso letterario Pro Loco viene vinto dalla poetessa Franca Bonaiuti.

1997 – Mentre è Papa Giovanni Paolo II, nato Karol Jozef Wojtyla, succede a Don Ferdinando il parroco di Orvinio, Padre Carlo Ruti fino al 2000.

1999 – E’ finita l’era  Liguori; viene eletto sindaco di Orvinio, Rino Fusi.

Presidente del Consiglio è Massimo D’Alema (DS)

2000 – Succede al Parroco Carlo Ruti, Padre Pierino Donini. Presidente del Consiglio è di nuovo Giuliano Amato.

2001 – Orvinio conta 427 abitanti

2002 –L’amministrazione di Orvinio diviene proprietaria dopo circa trecento anni della Chiesa di San Giacomo Apostolo, progettata da G. Lorenzo Bernini. Questo risultato si deve, all’intervento di Lionello Tani e della famiglia dei Velini di Arsoli (Rm) che hanno fatto atto di donazione al Comune. Gli interventi di restauro, curati dalla Soprintendenza, hanno consentiti di utilizzare la chiesa sconsacrata da tempo, quale sede di convegni, concerti e altre attività culturali.

E’ Presidente del Consiglio di nuovo Berlusconi.

2003 – Vescovo della Diocesi tiburtina di Tivoli è Giovanni Paolo Benotto.

2006 – Presidente del Consiglio è Romano Prodi.

2011 – Orvinio conta 448 abitanti.

Presidente del Consiglio è Mario Monti.

2004 – fino al 2009 il sindaco di Orvinio è Rino Fusi

2008 – Ancora Silvio Berlusconi.

Vescovo della Diocesi tiburtina di Tivoli è Mauro Parmigiani

2009 – Diviene sindaco Alfredo Simeoni

2013 –Orvinio conta 436 abitanti, di cui  234 maschi e 202 femmine.

Il presidente del Consiglio è Enrico Letta (PD)

2014 –Il 17 gennaio viene costituito da Pietro Attilia di Canemorto il  Somary Club Orvinio Top Ten.

 L’8 novembre viene donata la pala della copia di San Matteo e l’Angelo di Caravaggio alla chiesa di San Nicola di Bari. L’opera è del pittore romano Luciano Beccaria,

Viene eletto sindaco di Orvinio per la seconda volta Alfredo Simeoni.

Assessori sono Luigi Maria Alessi e Anselmo Alessi (vice sindaco)

Consiglieri comunali: Luigi Maria Alessi, Anselmo Alessi, Giacomo Attilia, Ludovico Biscossi, Fausto Bozza, Luca Cervelli, Maurizio Forte, Giuseppe Marcangeli, Sara Bruschi e Giovanna Paola Sbrocchi.

Parroco di Orvinio è don Desiderio Maiema

Presidente del Consiglio dopo Letta è Matteo Renzi (PD)

2015Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2015 la popolazione straniera residente a Orvinio è di 45 persone (11,11%). Le nazionalità maggiormente rappresentate in base alla loro percentuale sul totale della popolazione residente erano:

        •      Romania, 23 (5,68%)

2016 – Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni (PD)

2018 – Il presidente del Consiglio è Giuseppe Conte (Movimento 5 Stelle)

Gianni Forte