Un 2020 ricco di eventi grazie all’impegno ed alla determinazione dell’attuale Pro Loco. Il comune di Orvinio ha ricevuto un finanziamento da parte della Regione Lazio per gli eventi natalizi. La pro loco di Orvinio si è fatta carico di organizzare un bellissimo palinsesto ricco di eventi dall’8 dicembre fino alla befana. Troverete nelle bacheche il programma dettagliato.
Il Presidente Luigi Taddei
19 GENNAIO: SAGRA DEL POLENTONE
13 APRILE: PASQUETTA ORVINIESE
28 GIUGNO: 27° SAGRA DEI CECAMARITI
19 LUGLIO: 4° SAGRA DELLA PATATA CON MOSTRA FOTOGRAFICA
Lo scorso 18 agosto si sono svolte le elezioni del nuovo consiglio direttivo dell’associazione, un gruppo nuovo sta tentando di proseguire il cammino dell’associazione nel progetto di riscoprire Orvinio con le sue manifestazioni. Il primo obiettivo è quello di avvicinare all’associazione tutte quelle persone che hanno Orvinio nel cuore e vogliono collaborare nella sua valorizzazione a tal fine vi comunico che è aperto il tesseramento per l’anno 2020 abbassando la quota associativa a 20 €. Più soci vuol dire più idee e più forza per realizzare i nostri progetti. Già il 6 ottobre, durante la manifestazione EnOrvinio, abbiamo ricevuto un grande aiuto da parte di molte persone sia a livello organizzativo che partecipativo, (per il quale vi ringrazio ancora oggi), nonché la visita gradita del Presidente dl Parco Regionale dei Monti Lucretili quale segno di una mano tesa per future collaborazioni. In questi mesi ci siamo promessi di sviluppare attività sociali per le persone che vivono qui e magari realizzare dei sogni che hanno accompagnato la nostra infanzia. Con l’occasione ringrazio in ordine alfabetico le persone che condividono con me questa avventura: Simona Borrelli, Sara Bruschi, Lorenzo Fabriani, Orsola Passacantilli, Rita Perna e Annamaria Romani. Vi invito a seguirci sul nostro sito http://www.orviniandoaps.com e le nostre pagine fb per essere aggiornati su tutte le comunicazioni e gli aggiornamenti ed intervenire alle assemblee per esprimere il vostro punto di vista.
<< Cari figli! Vi invito a riflettere sul vostro futuro. Voi state creando un nuovo mondo senza Dio, solamente con le vostre forze ed è per questo che non siete contenti, e non avete la gioia nel cuore. Questo tempo è il mio tempo perciò, figlioli, vi invito di nuovo a pregare. Quando troverete l’unita con Dio, sentirete la fame per la parola di Dio, ed il vostro cuore, figlioli, traboccherà dalla gioia. Testimonierete ovunque sarete l’amore di Dio. Io vi benedico e vi ripeto che sono con voi per aiutarvi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata>> Messaggio della Regina della Pace del 25 gennaio 1997
Nel lontano pomeriggio del 24 giugno 1981 in un piccolo paesino della Bosnia Erzegovina, piccolo su per giù come Orvinio, la Vergine Maria è scesa di nuovo sulla terra come più di 100 anni fa a Fatima, per richiamare l’umanità alla conversione. Ai sei veggenti, colti inizialmente da paura e stupore, si presenta come “Regina della Pace”, ed è infatti proprio la pace e l’amore che si respirano in quel luogo santo a far accorrere così tanti pellegrini da tutto il mondo. Per capire Medjugorje, bisogna entrare nella profondità del Vangelo. Infatti, come più di 2000 anni fa, Dio scelse una mangiatoia per dare alla luce il salvatore del mondo, oggi dopo 2000 anni il Signore sceglie MEDJUGORJE per rinnovare e salvare il mondo, e lo fa attraverso Maria che in ogni messaggio ci ripete :
“Cari figli, io sono vostra madre e vi amo”,
proprio come una madre premurosa, che si prende cura dei sui figli, e ci indica la strada da percorrere. La strada della SEMPLICITÀ, dell’AMORE e dell’UMILTÀ. Nel messaggio del 4 Gennaio del 1982 infatti, ci ricorda la ricetta della felicità :
“Se volete essere felici, fate una vita semplice ed umile.Pregate molto e abbandonatevi a Dio.”
Nel corso del tempo sono nati numerosi gruppi di preghiera e comunità, più precisamente nel 1991 è stata aperta la “COMUNITÀ CENACOLO”, dove vivono attualmente un”ottantina di ragazzi di diverse nazionalità, che sotto lo sguardo materno di Maria ritrovano Dio e il senso della loro vita, dedicandosi oltre a numerosi lavori di muratura, anche ad attività di falegnameria, artigianato e lavorazione della pietra. Quello che caratterizza la comunità è l’accoglienza dei pellegrini, che giornalmente accorrono numerosi per ascoltare le loro testimonianze di risurrezione e conversione. Ogni anno dal 31 luglio al 6 agosto si tiene il Festival Internazionale dei Giovani, al quale partecipano migliaia di giovani provenienti da ogni parte del mondo. Il festival nasce con il proposito di essere un incontro di preghiera, una preghiera nata nel 1988 nel cuore di un pellegrino inglese, e sin dall’inizio sostenuta da Padre Slavko (parroco di MEDJUGORJE fino alla sua morte nel 2000). In una settimana piena di testimonianze, gioia e pace, i momenti culminanti sono la SANTA MESSA (centro della vita cristiana) e la meravigliosa ADORAZIONE EUCARISTICA accompagnata da un coro e da un orchestra internazionale. Inoltre a Medjugorie è straordinario vedere code infinite di giovani che aspettano di confessarsi, facendo diventare Medjugorje “IL PIÙ GRANDE CONFESSIONALE DEL MONDO”.
Nella giornata di apertura del festival ha presieduto la Santa Messa il cardinale Angelo de Donatis, Vicario del santo padre, dimostrazione ormai degli ampi cenni di riconoscimento dell’autenticità spirituale e devozionale di MEDJUGORJE. La vergine Maria attraverso i suoi messaggi ci ammonisce sulla serietà del tempo in cui viviamo, un tempo di grazia per la conversione. Nel messaggio del 25 agosto 1991 ci ricorda che sarà “REALIZZATO TUTTO QUELLO CHE VOGLIO REALIZZARE ATTRAVERSO I SEGRETI CHE HO INIZIATO A FATIMA. E ALLA FINE IL MIO CUORE IMMACOLATO TRIONFERÀ”, e avviare un tempo di pace e prosperità. Il trionfo quindi, sta a significare la vittoria sul peccato, la vittoria sul male dei nostri cuori, la nostra conversione dal peccato ,quando diciamo il nostro si sincero a Dio ,come fece lei; allora li inizia il trionfo di Maria. Per arrivare al trionfo del Cuore Immacolato di Maria, però, ci sarà un tempo di grande tribolazione per la chiesa cattolica, e non serve aver studiato tanto per capire che questo tempo già lo stiamo vivendo, con un mondo che ha rovesciato completamente i veri valori e sempre più lontano da Dio. Questo tempo di tribolazione culminerà con i 10 SEGRETI DI MEDJUGORJE. (avvenimenti gravi sul mondo già profetizzati nella Sacra Scrittura e nelle apparizioni di Fatima) .Per questo motivo Maria ci chiama da quasi quarant’anni di apparizioni alla conversione perché ci ricorda che quando saranno rivelati i segreti sarà troppo tardi per la conversione. Cari amici Orviniesi, sono quindi felicissimo di comunicarvi, con l’autorizzazione del Parroco, che la nostra Parrocchia Orviniese, per la prima settimana di Agosto ( la settimana del Festival dei Giovani ) si sta muovendo per organizzare un pellegrinaggio a Medjugorje. Per qualsiasi informazione e dettaglio, la parrocchia nel corso dei mesi provvederà a comunicare tempestivamente il tutto.
L’edicola votiva è una struttura architettonica relativamente di piccole dimensioni, con la funzione pratica di ospitare immagini sacre e proteggerle. Il termine deriva dal latino aedicula, diminutivo di aedes (“tempio”) e dunque con il significato originario di “tempietto”. In origine si trattava di un tempio in miniatura, che ospitava la statua o la raffigurazione di una divinità. L’edicola si sviluppa tuttavia in ambito greco-romano, riprendendo gli elementi essenziali dell’architettura templare, in particolare quelli della facciata, sintetizzati in un piccolo timpano o frontone sorretto da due colonne. Ma è a partire dal XII secolo che il termine edicola sacra o edicola votiva diviene sinonimo anche di tabernacolo eucaristico, capitello votivo, santella, piccole strutture architettoniche atte a proteggere un’immagine sacra oggetto di culto, sia all’interno delle chiese, sia lungo le strade, sulle facciate delle case, o nelle campagne. Questi piccole costruzioni vengono edificate in tutta Italia, assumendo denominazioni differenti: “capitelli” (nel Veneto) o “santelle” (nella Lombardia orientale), che proteggono un’immagine oggetto di culto, sia all’interno delle chiese, sia lungo le strade, sulle facciate delle case, o nelle campagne. All’interno di questi vani vengono collocate immagini sacre e dipinte le pareti. I luoghi di edificazione di queste piccole cappelle era nei campi, laddove i contadini passavano gran parte della giornata lavorativa, o sui tratturi verso le montagne, in cerca di selvaggina o per tagliare i boschi. Particolare importanza si aveva durante il periodo delle cosiddette “Rogazioni” a novembre prima dell’inverno e ad Aprile, in occasione della stagione del raccolto. In queste ricorrenze si organizzavano messe e piccole processioni alla Edicola votiva. Ad Orvinio sono presenti diverse piccole cappelline, la più importante è posta nella località della “Chiusa”, lungo l’attuale strada provinciale Orvinio – Vallinfreda. Recentemente restaurata, essa appartiene ad un’epoca sicuramente antica, antecedente l’ottocento; il locale è stato ripristinato del decoro interno e presenta un pregevole cancelletto in legno intarsiato di fattezza ottocentesca. Molto probabilmente all’epoca della sua costruzione non era presente la strada provinciale e dalla piccola altezza di poteva scorgere la campagna circostante e si poteva tenere messa davanti una platea.Tornando verso Orvinio, lungo l’antica strada di S. Benedetto si incontra un’altra piccola edicola votiva, questa volta senza stanza interna, ma sicuramente la sua edificazione è anteriore al novecento.Una seconda Edicola votiva è stata riedificata negli anni novanta laddove era presente una precedente costruzione poi diruta, è realizzata in corrispondenza della via provinciale Orvinio – Scandriglia, in prossimità del bivio che porta a Poggio delle Petriane, interamente in struttura di pietra e copertura in coppi, ricordo personalmente che da ragazzino la vidi costruire in una estate degli anni ’90 e che passavo anche intere giornate a guardare il muratore lavorare. Anch’essa era realizzata lungo la strada che portava ai boschi della Cima Coppi, dove avevano sede le cosiddette “Calecare” ovvero le buche dove veniva realizzata la calce viva da utilizzarsi in edilizia.
Nel numero 21 avevamo pubblicato il seguente articolo
“Sabato 6 aprile, sulla scia del progetto FAI, presso la sala consiliare si sono incontrati amministratori e associazioni per discutere sul bando della regione Lazio direzione Cultura e Politiche Giovanili – Area Valorizzazione del Patrimonio Culturale. La regione Lazio ha stanziato 2.000.000 di euro nel prossimo triennio per i comuni al di sotto di 5.000 abitanti, per proposte di intervento che dovranno essere ispirate al recupero e miglioramento di quelli che possiamo definire come luoghi della comunità ossia di quei beni, manufatti, siti e spazi urbani che rivestono un particolare valore storico e simbolico per la collettività locale e che possono, altresì, rappresentare un motivo di attrazione per visitatori e turisti. L’importo massimo stabilito è di euro 40.000 a ciascun ente locale. L’obiettivo che ci siamo proposti, è stato quello di scegliere insieme un intervento con tutte le realtà attive sul territorio comunale. Sono state presentate diverse proposte, tutte meritevoli: ristrutturazione della fontana, installazione di porte scorrevoli presso la sala convegni San Giacomo, sistemazione zona antistante la chiesa S.Maria dei Raccomandati, realizzazione di un impianto sportivo, ristrutturazione ex asilo per la realizzazione di un centro culturale, ricreativo e ricettivo o adeguamento dello stesso per realizzare un centro di produzione e commercializzazione prodotti agricoli e artigianali, ristrutturazione di un locale comunale da adibire a studio medico specialistico per effettuare visite periodiche alla popolazione, restauro dei beni delle Confraternite, realizzazione di un museo itinerante della cultura contadina e di un bagno pubblico. Al termine della discussione in un clima di partecipazione e condivisione si è deciso di presentare il seguente progetto: recupero e sistemazione della via crucis di Vallebona e della strada originaria. Nei prossimi giorni verrà predisposto il relativo progetto ed inviata tutta la documentazione in Regione. L’assemblea si è conclusa con la promessa di mantenere l’attenzione su tutte le proposte presentate, con la speranza che le stesse possano essere realizzate in futuro non troppo lontano.”
Ebbene, abbiamo una bellissima notizia. La Regione Lazio ha concesso al Comune di Orvinio il finanziamento di 40.000 euro per il progetto presentato sul recupero e sistemazione della via crucis di Vallebona. Un altro piccolo passo per migliorare e riqualificare il nostro borgo. Un ‘esperienza di condivisione e partecipazione da riproporre anche in altre occasioni.
Arriva il tempo delle feste natalizie, con un occhio alla fine dell’anno: l’occasione per celebrare le feste religiose di questo periodo e di fare bilanci sull’anno passato. Posso dirvi che sono molto orgoglioso di tutti i confratelli a cui vanno i miei più sentiti ringraziamenti, per la sempre maggiore partecipazione alle attività della nostra associazione. Con molti di noi ci siamo ritrovati alla cena di fine anno, chi non ha potuto partecipare è stato vicino con lo spirito, uno spirito di appartenenza che ci ha illuminati e dovrà indicarci la via per il futuro. Le attività già programmate relative alla ristrutturazione dei locali di Via del Castello, degli astili e degli arredi sacri proseguono e saranno implementate nel corso della progettazione futura.Per il 2020 chi vorrà, inoltre, potrà usufruire del calendario della confraternita con tutti gli appuntamenti religiosi indicati, per stare sempre aggiornati con le iniziative e gli eventi connessi alle attività istituzionali.A nome mio e del Consiglio direttivo rivolgo i miei più sentiti auguri a tutta la comunità orviniese, con invito a seguirci ancora di più ed alimentare la luce nelle nostre tradizioni e nella nostra fede continuando sulla base dell’impegno già profuso in questo biennio.
Cari Confratelli, il 2019 è stato l’anno dell’affermazione della nuova declinazione della Confraternita del Gonfalone, la nostra struttura interna e le nostre finalità sono state implementate: siamo passati dalla logica di associazione tradizionale, al concetto di apertura che, consente oggi associazione e partecipazione diffusa. Siamo ora attestati a 170 associati, i nostri obiettivi sono stati condivisi, ciò consentirà a breve di completare il nostro primo grande obiettivo: il completamento del restauro della macchina monumentale di S. Antonio a 120 anni dalla sua ideazione, realizzazione e donazione alla Confraternita da parte di un nostro Confratello: Giacchino Ragazzoni. I 120 anni sono un tempo pienamente compiuto dai nostri antenati che si apre ora verso altri tempi che il Signore e l’insegnamento dei Santi ci pongono davanti. La associazione diffusa ha permesso di accrescere quindi le nostre risorse. Abbiamo posto basi solide per traghettare le nostre radici, le nostre tradizioni oltre di NOI, alle future generazioni. Abbiamo riposizionato al centro della associazione ciascuno di NOI, abbiamo indirizzato le nostre piccole risorse verso valori di resistenza alla “dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie. Noi, invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. È lui la misura del vero umanesimo . La associazione diffusa sembra aver dato ragione alla speranza, ciascuno di Noi si è saputo donare, consentendo di fare Comunità umanamente piena. Questo il nostro nuovo paradigma che va affermandosi tra di NOI, occorre confermarsi nei prossimi anni. In questo contesto grazie ai Confratelli, ai Confratelli onorari, al Centro Anziani di Orvinio, al Coro di Orvinio, ad importanti Istituzioni che hanno voluto condividere con Noi i nostri primi obiettivi. Tutti insieme, #ancorainsieme, il prossimo anno celebreremo e festeggeremo il rinnovamento della macchina e della statua di S. Antonio: #versolanostragrandefesta. Ora abbiamo basi solide per guardare al futuro, alle nuove progettualità, con obiettivi al 2025: il completamento del primo quarto di secolo nel quale si svolgeranno le celebrazioni dell’Anno Santo. Le nostre prossime linee di sviluppo non potranno prescindere dall’osservazione di quel traguardo. Per questo, con lo spirito che abbiamo affermato, guarderemo con tensione a ciò, perché il 2025 appare ora lontano, ma soltanto tra pochi giorni, sarà Natale e subito dopo un nuovo anno. Con l’approssimarsi delle prossime festività il mio pensiero è rivolto principalmente ai nostri cari che non sono più tra Noi, ciascuno di Loro ha rappresentato e rappresenta quotidianamente per Noi un punto di riferimento per i nostri cuori, ultimo tra questi il nostro Confratello Agostino SCANZANI. A ciascuno di Noi, alle nostre famiglie, a tutti i nostri affetti gli auguri della Confraternita per un sereno Santo Natale e felice anno nuovo, perché il 2020 sarà l’anno in cui saremo #ancorainsieme, #versolanostragrandefesta, verso2025. Abbraccio fraternamente ciascuno di Voi.
Primo concorso “Grandi Mieli Millefiori della provincia di Rieti”, tenutosi nel comune di Posta -Ri- il 26/27 ottobre 2019, organizzato dall’Associazione degli Apicoltori dell’Alto Lazio, riconosciuto dall’Albo Nazionale degli esperti in Analisi Sensoriale del Miele. Vincitore del concorso, primo classificato il miele di Santoboni Angela per la categoria autoconsumo terzo classificato il miele di Massimo Fabriani. Tutti i mieli della provincia di Rieti sono risultati di qualità’ eccellente, segno di un territorio ancora in buona salute. Ma il nostro miele di Orvinio e Montorio in Valle hanno entusiasmato la giuria composta da esperti di Analisi Sensoriale del Miele, professionisti che sanno riconoscere la qualità di un miele, di un territorio. Grazie alle nostre amate api mettiamo all’interno di ogni vasetto, non solo miele, ma tutta una serie di sensazioni, di percezioni, che parlano di territorio, dove ancora oggi fortunatamente impera un ecosistema d’esordio, una biodiversita’ inalterata che conferisce alle nostre zone una natura incontaminata, una terra generosa e fertile capace di donare delle eccellenze gastronomiche che lasciano un segno indelebile nella memoria sensoriale di chi ha avuto la fortuna di degustare.
Un territorio ancestrale dove vivere e lavorare diventa un privilegio. Fioriture particolari e per ogni stagione, che producono un nettare unico e puro che le nostre amate api trasformano in un miele dalle caratteristiche ineguagliabili.Piccole creature dalla forza inimmaginabile, una dedizione al lavoro, al rispetto dei ruoli, ultime paladine della natura e dell’equilibrio dell’ ecosistema, capaci di regalare prodotti dalle qualità benefiche per il corpo e la mente. Una società’ talmente perfetta evoluta ed organizzata il cui unico scopo e’ quello del proseguimento della specie, il benessere della famiglia e salvaguardia dell’ecosistema, che se emulata da noi uomini eleverebbe il mondo ad una perfezione quasi totale. Peccato che gli unici esseri viventi assolutamente poco percettori siano gli uomini, impegnati come sono a vivere la vita nell’era delle macchine, che in ragione di politiche assurde non si accorgono che la natura ci parla, sta gridando il suo malessere, ma che nonostante tutto ancora ci tollera. Fortunatamente esistono ancora gli apicoltori, uomini dotati di grande sensibilità, capacita’ di contemplazione, dal profondo mondo interiore. Quando siamo in compagnia delle nostre amate api, si attivano tutta una serie di sfere sensoriali, di profumi, una meravigliosa orchestra di suoni, una musica che pervade l’anima. Ci si ferma a sentire le loro voci, incantati a guardare le loro danze. Veniamo trascinati in una realtà dove torniamo ad essere puri, veri. Si ritrova un universo fatto di essenzialità, fatto di natura. Unici paladini di queste strabilianti creature quali sono le api. E allora…. Spegniamo per un attimo le nostre macchine e ascoltiamo di più la natura che ci parla. E come dico sempre io….. Un applauso alle apette, che il mondo sembra ignorare, ma che dovrebbero diventare patrimonio dell’umanità , perché come diceva Einstein, ” Se scomparissero le api, all’umanità resterebbero solo quattro anni di vita.
Parlando con gli amici del più e del meno, spesso ci si ritrova a pensare delle sorti del nostro Orvinio. Passano gli anni e purtroppo la natura è spietata, le persone invecchiano e muoiono. La popolazione orviniese si assottiglia, ma al tempo stesso le numerose nascite cercano di rimpiazzare i nostri cari defunti.Orvinio comunque si difende grazie anche ad una oculata e saggia amministrazione.
Le sue bellezze di recente restaurate: muro rampa castello, muro palazzo Borghese e scalinata Conventino, muro di via Roma, danno un senso di grandezza, ordine, pulizia, bellezza, freschezza. Sembra quasi sia passato a Orvinio un chirurgo plastico che ha sottoposto a lifting il nostro Orvinio.Eppure a Orvinio ci sono i pessimisti, quelli che dicono: oramai Orvinio è finito, tempo due anni e si chiudono le porte. Io non sono di questo parere. Nascono continuamente iniziative e nuove prospettive, vedi cammino di San Benedetto, servizi televisivi promossi dal Fai, pubblicità dei borghi più belli d’Italia.Tutte iniziative che muovono un numero di persone impegnativo, e che invogliano molte persone, armate di macchina fotografica, a recarsi a visitare Orvinio.Non dimentichiamo l’evoluzione e la crescita tecnologica della società, che sicuramente gioca a nostro favore e di Orvinio.
Internet, telelavoro potrebbe essere per noi una ricchezza su cui far leva per creare soluzioni o sbocchi a chi vorrebbe trasferirsi nel nostro paese. Non sono io a dire che le grandi città sono invivibili, piene di pericoli, dove le regole di vita da esseri umani sono saltate e sostituiti dai ritmi frenetici, dall’inquinamento, dai problemi che opprimono famiglie, giovani e anziani.Tutti sono stanchi, nervosi, tutti a fare insieme più cose possibili, tutti individualisti. Non c’è più tempo per una carezza, una parola di conforto. Orvinio, grazie a Dio, mantiene tranquillità, pace, aria ed acqua genuina, la possibilità di passeggiare e sentire i profumi della natura, terra, alberi e il canto dell’acqua che scorre nei torrenti. Solo chi vive in questi luoghi meravigliosi può apprezzare e tenere strette queste emozioni che rendono la vita umana piacevole, semplice e serena.Vivere a Orvinio in un immediato futuro potrebbe diventare una realtà.
Certo siamo legati come dicevo a progressi tecnologici, ai miglioramenti delle tecnologie elettroniche ed ingegneristiche, internet sarà il nostro futuro.Stanno venendo a vivere a Orvinio delle coppie di giovani che impegnando loro capitali aprono attività commerciali, che Dio li benedica e gli dia tanta forza, perché il coraggio che hanno dimostrato per partire non basta, hanno bisogno di incoraggiamento e tanto sostegno. Abbiamo bisogno di perosne che vengano a Orvinio, solo in quel modo possiamo invertire la tendenza e ripartire.Queste iniziative sono ottime e importanti. Segnali positivi che vanno incrementati. I commercianti un una comunità sono importanti, sono le persone che per motivi personali e non, si impegnano per produrre ricchezza che di conseguenza si riversa su tutta la popolazione.Un plauso e un grazie di cuore va alla famiglia Ricci per il bellissimo gesto di donare lo scuolabus al comune di Orvinio. Gesto pieno di significato, che risalta la volontà di essere vicini, solidali, attenti e pieni di affetto nei confronti di Orvinio. Abbiamo bisogno di questi gesti per prendere entusiasmo e far si che altre iniziative similari si verifichino e mettono in risalto le persone benestanti, ricche di generosità, affetto e cultura, diano impulso concreto a ripartire nella crescita continua del nostro borgo.Tutti gli orviniesi potrebbero impegnarsi a realizzare l’albergo diffuso, sistemando le loro abitazioni per affittarle in modo parziale o totale. Forza amici orviniesi, è possibile, crediamoci, tutti insieme, non lasciamo cadere una possibilità del genere qualora si verifichi. Auguri
Diavù è uno dei più importati artisti italiani di Urban Art ed è noto per essere un valido fumettista ed illustratore
David Diavù Vecchiato ci ha regalato nel mese di ottobre 2019, ad Orvinio un bellissimo murales dedicato al nostro paese che si integra perfettamente nei primi abitati cittadini percorrendo la via licenese da Percile con le sfumature del paesaggio.Una settimana circa di lavoro, con secchi, colori, pennelli e tanto estro, ci ha regalato un bellissimo progetto artistico per una città di Orvinio che guarda, con le proporzioni del caso, alle maggiori città europee che hanno ospitato progetti simili.Un validissimo esempio di street art sui palazzi che guarda al ciclo naturale della vita e si sofferma sull’aria pulita, l’oro dei nostri giorni, centro di questa creazione, che rimanda alla visione di Orvinio come stazione climatica. Visione che permane ancora oggi, nonostante i cambiamenti del tempo.
Una bella Orvinio nel viso di una donna, femmina, portatrice di aria pulita, che si stacca e ritorna per travolgerci con i suoi colori nella natura, ricordandoci chi siamo e dove siamo: noi, parte di un tutto.Il significato dell’opera resta tuttavia aperto: ognuno di noi con la sua sensibilità trova nell’accostarsi al muro dipinto un proprio percorso, una visione che parte dall’artista e diventa di globale, poiché l’arte è patrimonio di tutti ed è sentimento collettivo, moto ondoso verso l’interpretazione, uno sguardo nel profondo di ognuno di noi.Il progetto dal titolo “Innaffiare le radici, la street art per l’identità di Orvinio” è stato realizzato nell’ambito del bando “Lazio delle Meraviglie”, con la collaborazione dell’Assessorato al Turismo del Comune di Orvinio.
.Dal sito dell’artista davidvecchiato.com:La sua prima mostra è nel 1996, all’”Happening Internazionale Underground” nei centri sociali di Roma e Milano, ha esposto poi in Europa, Asia e USA e, dal 2007 ha curato la direzione artistica della galleria d’arte e art shop “MondoPOP” di Roma. Tra i primi curatori in Italia a portare Urban Art nei musei e i musei in strada, ha curato il festival “Urban Superstar Show” (dal 2009 al MADRE di Napoli e alla Galleria Provinciale di Cosenza) e nel 2010 ha dato vita al progetto “MURo (Museo di Urban Art di Roma)”. Dal 2013 cura su Sky ARTE HD la serie di documentari “MURO”. E’ direttore artistico di “GRAArt”, da lui ideato e diretto per ANAS.